Inceneritore Albano: nessun via libera dalla Regione
“Il voto favorevole all’inceneritore di Albano da parte del Consiglio Regionale del Lazio, che molti davano per scontato, ieri non c’è stato”. È questa la valutazione di Andrea Tupac Mollica, Coordinatore dei Verdi dei Castelli Romani, dell’esito del Consiglio Regionale straordinario di ieri 24/06/2008 alla Pisana.
“La maggioranza - spiega Mollica - ha approvato un ordine del giorno con il quale si valuta positivamente la chiusura del periodo commissariale e il ritorno dal prossimo mese di luglio alla gestione ordinaria dei rifiuti nella nostra regione. Il Consiglio ha impegnato il Presidente Marrazzo e la Giunta a predisporre entro dicembre il nuovo Piano Regionale dei Rifiuti, rafforzando gli interventi per la riduzione dei rifiuti e la diffusione della raccolta differenziata, promuovendo la realizzazione di una filiera imprenditoriale per il riuso e il riciclaggio dei materiali e un’ampia iniziativa d’informazione e partecipazione dei cittadini in merito alla gestione del ciclo dei rifiuti.”
Prosegue il Coordinatore dei Verdi dei Castelli: “Chi attendeva una esplicita ratifica dello Stato di Attuazione del Piano Commissariale presentato in aula dal Commissario è rimasto deluso. Non poteva essere altrimenti, dal momento che quel documento approvato con Decreto del Commissario, esulava dalle prerogative del Consiglio Regionale. Su questo ultimo atto del Commissario resta il giudizio negativo dei cittadini e del Coordinamento Contro l’Inceneritore di Albano, non solo per i palesi vizi di legittimità, ma perché altera ad arte i numeri del Piano Commissariale, al solo fine di giustificare il fabbisogno di un nuovo inceneritore, quello appunto proposto dal COEMA e già bocciato dalla Valutazione d’Impatto Ambientale”.
“Decideremo nei prossimi giorni - conclude Mollica - l’opportunità di promuovere ricorso al TAR del Lazio avverso il Decreto, per l’annullamento dell’atto commissariale. E ragioneremo tutte e tutti insieme sull’organizzazione di una grande assemblea con tutti i coordinamenti territoriali per fare il punto delle vertenze in atto sul territorio in difesa dell’ambiente e del diritto all’autodeterminazione delle popolazioni locali. Perché a casa nostra i padroni siamo noi e non i lobbisti”.
“La maggioranza - spiega Mollica - ha approvato un ordine del giorno con il quale si valuta positivamente la chiusura del periodo commissariale e il ritorno dal prossimo mese di luglio alla gestione ordinaria dei rifiuti nella nostra regione. Il Consiglio ha impegnato il Presidente Marrazzo e la Giunta a predisporre entro dicembre il nuovo Piano Regionale dei Rifiuti, rafforzando gli interventi per la riduzione dei rifiuti e la diffusione della raccolta differenziata, promuovendo la realizzazione di una filiera imprenditoriale per il riuso e il riciclaggio dei materiali e un’ampia iniziativa d’informazione e partecipazione dei cittadini in merito alla gestione del ciclo dei rifiuti.”
Prosegue il Coordinatore dei Verdi dei Castelli: “Chi attendeva una esplicita ratifica dello Stato di Attuazione del Piano Commissariale presentato in aula dal Commissario è rimasto deluso. Non poteva essere altrimenti, dal momento che quel documento approvato con Decreto del Commissario, esulava dalle prerogative del Consiglio Regionale. Su questo ultimo atto del Commissario resta il giudizio negativo dei cittadini e del Coordinamento Contro l’Inceneritore di Albano, non solo per i palesi vizi di legittimità, ma perché altera ad arte i numeri del Piano Commissariale, al solo fine di giustificare il fabbisogno di un nuovo inceneritore, quello appunto proposto dal COEMA e già bocciato dalla Valutazione d’Impatto Ambientale”.
“Decideremo nei prossimi giorni - conclude Mollica - l’opportunità di promuovere ricorso al TAR del Lazio avverso il Decreto, per l’annullamento dell’atto commissariale. E ragioneremo tutte e tutti insieme sull’organizzazione di una grande assemblea con tutti i coordinamenti territoriali per fare il punto delle vertenze in atto sul territorio in difesa dell’ambiente e del diritto all’autodeterminazione delle popolazioni locali. Perché a casa nostra i padroni siamo noi e non i lobbisti”.