giovedì 11 ottobre 2007
lunedì 8 ottobre 2007
L'inutilità di un nuovo inceneritore nel Lazio
L’inutilità della realizzazione di un quarto impianto per l’incenerimento dei rifiuti è mirabilmente sintetizzata dalle considerazioni che l’A.P.A.T. fa sulla questione rifiuti nel Lazio.
A livello di infrastrutture il Lazio si trova in una situazione già pienamente efficiente, con i suoi 16 impianti di compostaggio per il trattamento della frazione organica dei rifiuti, che hanno una potenzialità di smaltimento pari a 343.000 tonnellate annue. Peccato che solo 65.000 tonnellate sono effettivamente smaltite in questo modo a causa della quota insufficiente di raccolta differenziata effettuata nella nostra regione.
Inoltre esistono anche 7 impianti di pretrattamento meccanico/biologico dei rifiuti che, se adeguatamente usati, permetterebbero di diminuire ulteriormente i rifiuti che finiscono in discarica. Anche questi impianti vengono poco sfruttati: a fronte di una potenzialità di trattamento di 1,7 milioni di tonnellate annue, solo 450.000 tonnellate vengono effettivamente pretrattate.
Il risultato di queste inefficienze, vera e unica causa del problema rifiuti nel Lazio, è che l’82% dei rifiuti prodotti nel Lazio finisce in discarica.
Da anni denunciamo questo stato di fatto che paralizza il trattamento ecosostenibile dei rifiuti, in favore del più lucroso (ma dannoso per la salute dei cittadini e dei territori) incerimento dei rifiuti.
La questione dei rifiuti nel Lazio si risolve sfruttando le risorse e gli impianti che già ci sono e che non aspettano altro che di poter funzionare a pieno regime con l’aumento della raccolta differenziata (che oggi nel Lazio si attesta ad un misero 10%).
Gli inceneritori non servono per affrontare la questione dei rifiuti, danneggiano la salute dei cittadini, come evidenziato anche dal documento prodotto dall’ordine dei medici dell’Emilia Romagna, deturpano irrimediabilmente il territorio. Scontata, a questo punto, la domanda che rivolgo al partito, trasversale, degli inceneritori: cui prodest? A chi giova la costruzione di nuovi impianti per l’incenerimento dei rifiuti? Non ai cittadini, non ai territori, non alla risoluzione della questione rifiuti nel Lazio, allora a chi?
Andrea Tupac Mollica
Coordinatore VERDI Castelli Romani
venerdì 5 ottobre 2007
La Regione boccia il gassificatore ad Albano
GASSIFICATORE AD ALBANO: MOLLICA E FIORANI: “ LA REGIONE BOCCIA L’IMPIANTO E PUNTA SULLA DIFFERENZIATA”
mercoledì 3 ottobre 2007
Nessun gassificatore ad Albano nè nei castelli Romani
RIFIUTI LAZIO – GASSIFICATORE AD ALBANO MOLLICA E FIORANI: “ SE L’AMA LO VUOLE SE LO FACCIA A ROMA. SARA’ UNA NUOVA SCANSANO”
“E’ in atto – spiegano Mollica e Fiorani – un fortissimo condizionamento della lobby dell’incenerimento sulla politica dei rifiuti nella nostra Regione che sta gettando il Lazio nel baratro dell’emergenza ambientale”.
“Dai Sindaci dei Castelli – proseguono i due esponenti dei Verdi - che hanno scritto al Presidente Marrazzo per chiedere la realizzazione di un gassificatore ad Albano, vorremmo sapere quali progetti per migliorare la raccolta differenziata hanno messo in campo nell’ultimo anno. Nella finanziaria Regionale – ricordano Mollica e Fiorani - sono stati stanziati 125 milioni di euro per la raccolta differenziata, ma non ci risulta che queste amministrazioni abbiano messo in campo alcun progetto serio”.
“ Se provano a venire ad Albano per costruire un gassificatore – concludono Mollica e Fiorani - si troveranno di fronte una nuova Scansano. Il quadrante sud est della Provincia di Roma si sta trasformando in una periferia urbana della Capitale dove concentrare impianti a più alto impatto ambientale, mortificando il territorio e le sue comunità. Non ci rassegneremo mai a questo disegno scellerato”.