giovedì 27 settembre 2007

Ciampino e le case popolari: la sfida dell'innovazione

Il compagno Guglielmo Abbondato, dell'esecutivo regionale del Lazio fa il punto sulla questione delle case popolari a Ciampino.
A Ciampino, città in cui risiedono quasi 40.000 abitanti su un territorio di 11 chilometri quadrati, sesto comune d’Italia per densità abitativa, l’Amministrazione comunale si appresta ad approvare una variante al nuovo piano regolatore per realizzare nuovi insediamenti di edilizia economica e popolare.
Una volta approvato questo strumento urbanistico, la cui discussione è stata rimandata nell’ultima seduta di consiglio comunale, il Comune sarà in grado di aprire un bando pubblico, cui potranno partecipare le cooperative edilizie, che da tempo attendono l’assegnazione di aree per poter costruire alloggi per i loro soci.
Cittadini, sempre in maggior numero, che non sono in grado di sostenere l’inarrestabile corsa al rialzo del mercato immobiliare e continuano a rimandare la soluzione di quella che in molti casi diventa “l’emergenza” casa. Il problema dell’accesso alla casa rappresenta ormai uno dei maggiori assilli delle famiglie italiane, specie le giovani generazioni che vorrebbero progettare il proprio futuro. Dunque l’approvazione di piani di edilizia economica e popolare non può che rappresentare una risposta urgente e concreta al diritto di cittadinanza della popolazione locale.

Detto questo, vale la pena di aprire una riflessione su come progettare e costruire nuovi alloggi in un passaggio cruciale del futuro del nostro pianeta. I cambiamenti climatici e l’aumento della temperatura media del pianeta sono da tempo al centro dell’allarme mondiale lanciato dall’ONU: la temperatura della terra salirà fra gli 1,8 e i 4° entro questo secolo, il 20/30% delle specie animali e vegetali rischia l’estinzione, molti paesi finiranno sott’acqua. Le alte temperature di questi giorni, che solo il calendario continua a ritenere“primaverili”, dicono che la siccità non rappresenta più una minaccia per il nostro paese, ma già una drammatica emergenza.

In questo quadro non è possibile sottrarsi alla ricerca di un nuovo equilibrio tra l’attività umana e i sistemi ambientali. Nella progettazione e realizzazione di nuove case occorre dunque accogliere la sfida per perseguire obiettivi bio-ecologici dei sistemi edilizi di nuova edificazione, che vanno dall’utilizzo di energia pulita e amica del clima, all’efficienza e al risparmio energetico, dalle modalità di trattamento delle acque reflue, alla raccolta e riutilizzo delle acque piovane, dalla riduzione della produzione alla raccolta e conferimento dei rifiuti, dalla organizzazione della mobilità sostenibile di collegamento urbano, all’assetto degli spazi aperti e delle aree verdi per un miglior confort climatico ed ambientale.
Per realizzare una svolta radicale nella realizzazione di nuovi insediamenti è decisivo costruire contestualmente agli strumenti urbanistici, un sistema di regole e di norme adeguate.

Non c’è più neanche l’alibi dei costi aggiuntivi che deriverebbero dal perseguire sistemi innovativi di bioedilizia nella costruzione di alloggi economici e popolari. Una serie di misure contenute nella finanziaria nazionale e in quella regionale declinano una serie di incentivi che vanno dalla deduzione fiscale del 55% per interventi che migliorano le prestazioni energetiche degli edifici, al nuovo conto energia per il fotovoltaico con nuove tariffe incentivanti per i produttori di energia rinnovabile. La stessa filiera del bioedile ha ridotto ragionevolmente le plusvalenze economiche della prima ora e risulta oggi in linea, se non addirittura più vantaggiosa sul mercato edile. Resta solo alla politica, se ne sarà capace, far crescere nella società e nelle istituzioni la coscienza che o in futuro cambiano i modelli dell’abitare, del produrre, del consumare, del far circolare persone e merci o questo pianeta rischia di non aver futuro.