giovedì 27 settembre 2007

E lo chiamano sviluppo...

Riceviamo e volentieri pubblichiamo l'articolo scritto dal compagno Andrea Furlan dell'Associazione Marxista Rosa Luxemburg, che commenta sotto il profilo tecnico e politico il progetto di maxi cementificazione promosso dal consorzio Iniziativa Europea G.E.I.E. che si vorrebbe realizzare nella zona del Divino Amore, ultima area verde del Comune di Marino.
Giova ricordare che una parte consistente dell'area dovrebbe essere destinata al "corridoio verde" di raccordo fra il Parco regionale dell'Appia Antica e quello dei Castelli Romani, sotraendola, in tal modo, agli appetiti speculativi dei deliri hollywoodiani come quelli del "progetto di sviluppo" di cui sopra. A questo punto una domanda sorge spontanea: a quando la Piramide di Cheope?


...e lo chiamano sviluppo!!!

I comitati d’affari (DS, Margherita, Udeur, Forza Italia, Alleanza Nazionale,
UDC) e più in generale i partiti politici, con l’iniziativa dibattito del 21
Dicembre scorso, avvenuta presso Villa Appia promossa dal consorzio "Iniziativa
Europea G.E.I.E." con il roboante titolo "Progetto Città d’Impresa", hanno
definitivamente chiarito, agli occhi dell’opinione pubblica, che soprattutto sul
piano economico-sociale le differenze politiche tra il centro-sinistra e il
centro destra sono inesistenti. Convergendo su una logica lobbistica della
spartizione del bottino derivante dalla speculazione edilizia realizzata con il
PRG truffa, le forze politiche continuano a propagandare, opere inutili e
dannose per la collettività, con il solo obbiettivo di realizzare profitti.



Al sopraccitato convegno, come anticipato dal manifesto esposto nei giorni precedenti, hanno partecipato illustri dirigenti di entrambi gli schieramenti politici: Rugghia, Carella, Ponzo per i DS Verzaschi e Fedeli (Udeur), Aracri, Desideri, Palozzi, per il centro-destra e tutti, hanno espresso allo stesso modo, la ferma volontà politica adducendo la strumentale motivazione dello sviluppo e del progresso sociale collettivo, di appoggiare il progetto imprenditoriale proposto dal consorzio summenzionato.
Il progetto prevede nella zona del Divino Amore, (ultimo baluardo verde rimasto vergine dalla speculazione edilizia), la lottizzazione di un’area di 52 mila metri quadrati per la realizzazione di un mega centro polifunzionale.
Nello specifico, nella suddetta area, saranno presenti varie attività commerciali tra cui, un Centro Commerciale, attività turistico-ricettive (Alberghi) e fantomatiche attività sportive (cittadella dello sport). Ciò che balza subito agli occhi, è l’assurdità di un progetto stile americano che secondo politici e imprenditori, dovrebbe risolvere definitivamente la questione sviluppo e lavoro. In questi anni, e in particolare nell’ultimo decennio, gli stessi promotori politici che oggi asseriscono la necessità di tale opera, sono stati i maggiori responsabili della distruzione del territorio ad opera della speculazione edilizia. Soprattutto Desideri come ideatore e Palozzi come sostenitore della famigerata delibera 50 e del PRG truffa, i quali tra circa due mesi, saranno processati insieme ad altre 84 persone per reati urbanistici, al convegno, insieme ai rappresentanti dell’Udeur, sono stati i maggiori patrocinatori del progetto.
Perché costoro invece di sostenere una politica invasiva e sviluppista che ha favorito e continua a favorire, illegalmente la costruzione di case su ogni lembo di terra; non hanno invece, sostenuto con precise politiche mirate a favorire un’integrazione delle attività produttive con il tessuto sociale del territorio? Perché hanno consegnato interi ettari di vigne alla speculazione edilizia impedendo così, uno sviluppo improntato sulla produzione e commercializzazione del vino? Perché il territorio di Marino in particolare le sue frazioni, devono essere sradicate dalla loro storia di città Castellana e annessi come quartiere dormitorio all’area metropolitana Romana?
Siamo convinti assertori che il territorio di Marino non ha bisogno di faraoniche opere che distruggono l’ambiente in stile Val di Susa o Ponte sullo Stretto, ma al contrario, l’economia del territorio, si può rilanciare, attraverso politiche di salvaguardia e valorizzazione del territorio stesso delle sue bellezze naturalistiche ampliando e migliorando, qualitativamente, la produzione e la commercializzazione del vino. Persino la risoluzione della drammatica condizione abitativa determinata dalla delibera 50 può essere un volano per lo sviluppo, per questo e per i motivi sopraccitati, diciamo No alle grandi opere e invitiamo tutta la cittadinanza, alla mobilitazione contro la speculazione edilizia che sta divorando il nostro territorio. Da anni, rivendichiamo la realizzazione di servizi pubblici come: scuole, asili nido, verde attrezzato, strutture ricreative per i giovani, da ricavare attraverso il recupero delle aree attualmente invase dalla speculazione edilizia e contes!
tualmente continuiamo a chiedere con forza, la revoca dell’ormai agonizzante PRG (Piano Regolatore Generale) truffa, vero responsabile del disastro urbanistico.